STORIA DI SAINT-MARTIN DI PEILLE
Questo quartiere, chiamato anche “les Lacs” (il termine deriverebbe dai tornanti della strada) si trova ai piedi del versante occidentale del Monte Agello che lo domina dall’alto dei suoi 1200m di altitudine e gli fornisce numerosi corsi d’acqua che scendono dai suoi pendii calcarei come il Faïssé o il Figourn. Il quartiere è dotato di una flora rigogliosa favorita da un clima al tempo stesso montano e mediterraneo: i lecci e i castagni, i crochi, le campanule e le lavande, i cardi blu, le euforbie o i gigli pomponi ne sono una lampante testimonianza.
L’occupazione umana di questo territorio affonda le radici nel passato : fin dalla preistoria, i crinali hanno fornito alle popolazioni di cacciatori-allevatori rifugi fortificati da muri a secco chiamati “castellaras“: ci sono ancora belle testimonianze di questo sul Mont Rastel dove uno scheletro umano di quest’epoca lontana è stato trovato in una grotta a 645m di altitudine, sulla cima della Porchiera che domina la valle di Galembert e che sorvegliava la strada da Peille alla Turbie, sulla cima della Clapissa o sulla cima della Caussinière; utilizzati anche come posti di vedetta, furono talvolta distrutti più tardi nell’antichità dai Romani quando vollero ridurre la resistenza delle popolazioni montane Celto-Liguri sotto il regno dell’imperatore Augusto, che eresse il trofeo di La Turbie a commemorazione di questa vittoria.
È certo che i Gallo-Romani vivevano in questa zona tra Peille e La Turbie, tra l’entroterra e la Via Julia, asse strategico est-ovest dall’Italia alla Provenza. Il piccolo “pont des lacs” si trovava sull’unica mulattiera che consentiva di raggiungere la grande via di comunicazione est-ovest dell’Impero Romano. Questa strada fu ancora in uso fino all’apertura della strada che collega Peille – la Turbie nel 1923.
Saint-Martin è diventata una zona residenziale dove diverse centinaia di ville e proprietà immerse nel verde condividono le pendici del Monte Agello: occupate da residenti monegaschi in cerca di un luogo di riposo e di vacanza, sono oggi anche sede di giovani lavoratori che durante il giorno lavorano sulla vicina costa ma che la sera preferiscono rincasare sulle colline oltre il col de Guerre.